venerdì 1 giugno 2007
Libertà per i bagnanti!
MANUALE DI AUTODIFESA DEL BAGNANTELiberiamo le spiaggeUn vero e proprio manuale di autodifesa del bagnante. “Libero e gratuito accesso e transito”, così recita l’articolo della finanziaria approvato su proposta dei gruppi parlamentari dei Verdi. Nel prontuario informazioni utili sull’accesso agli arenili, sui prezzi alle stelle e su chi chiamare se i gestori degli stabilimenti non vi fanno entrare All’articolo 1, comma 251, della legge 296/2006 è scritto che è fatto "obbligo per i titolari delle concessioni di consentire il libero e gratuito accesso e transito, per il raggiungimento della battigia antistante l'area ricompresa nella concessione, anche al fine della balneazione."Con questa citazione della norma contenuta nella legge finanziaria approvata dal Parlamento italiano su proposta dei gruppi parlamentari Verdi, si apre il Manuale di autodifesa del bagnante che il Sole che ride distribuisce ai cittadini. “Da Nizza a Rio De Janeiro andare al mare a prendere il sole in spiaggia è gratis e si paga solo il servizio ombrelloni-sdraio. In Italia, unico caso al mondo, no!”, si legge nel manuale, una ventina di pagine con anche i moduli per scrivere le denunce in caso di divieto d’accesso opposto dai gestori degli stabilimenti balneari. Il librettino è scaricabile dal sito dei Verdi e contiene tutta una serie di informazioni utili su come comportarsi e chi chiamare in caso di bisogno, anzitutto il Comune, i Vigili urbani e le Capitanerie di porto (c’è anche un elenco regione per regione). Spesso le nostre spiagge sono caratterizzate, dice Angelo Bonelli, Capogruppo dei Verdi alla Camera, da “prezzi altissimi, interminabili muri di recinzione che troppo spesso nascondono il mare, vere e proprie palazzine di cemento alzate sulla sabbia, innumerevoli attività che nulla hanno a che vedere con la balneazione, ostacoli fisici ed economici che inducono la maggior parte delle persone a credere che le spiagge e gli stabilimenti siano circoli privati”.La situazione italiana dal punto di vista dell’uso del demanio marittimo, continua Bonelli, “è una vera e propria anomalia che non ha precedenti nel mondo”. “La forte privatizzazione degli arenili ha portato i cittadini a non poter godere del diritto di andare al mare senza pagare un biglietto d’ingresso. Una famiglia italiana ogni giorno paga per andare al mare, spesso solo per farsi un bagno, un biglietto d’ingresso a un costo medio di 15-20 euro”.Intanto gli stabilimenti fanno affari d’oro. Le cabine sono mediamente affittate ad un prezzo che varia dai 1.500 ai 3.000 euro a stagione. Solo con 100 cabine si ricavano tra 150.000 e 300.000 euro (da 300 a 600 milioni di vecchie lire). A questo bisogna aggiungere ingressi, lettini, sdraio, ombrelloni, ristoranti, piscine, caffè, gelati, bibite.Il manuale dei Verdi è “uno strumento utile – aggiunge ancora il capogruppo del Sole che ride – per informare i bagnanti che già cominciano a recarsi al mare e che ancora troppo spesso si trovano di fronte a inaccettabili divieti da parte di alcuni gestori di stabilimenti, di fare il bagno o di fermarsi sulla battigia”.800610203 è il numero Verde della Federazione nazionale dei Verdi attivo dal lunedì al venerdi dalle 9.30 alle 18.30 (sabato e domenica è attiva la segreteria telefonica), a cui sarà possibile segnalare le violazioni di legge subite e anche eventuali abusi edilizi.
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