Il 17 ottobre la Commissione europea ha aperto una procedura di infrazione contro l’Italia per irregolarità riscontrate nella convenzione conclusa tra Cal (Concessioni autostradali lombarde) e Brebemi, la società che dovrebbe realizzare l'autostrada direttissima Milano Bergamo Brescia.
Nella lettera di messa in mora inviata al governo italiano, in possesso dei Verdi, la Commissione scrive: "Sulla base (…) delle informazioni di cui dispone, la Commissione considera che la convenzione conclusa nel 2007 tra CAL e la società Brebemi è contraria alle regole della direttiva 2004/18/CE (direttiva sulla aggiudicazione degli appalti pubblici n.d.r.), e segnatamente agli articoli da 56 a 61 di tale direttiva.”
In particolare Bruxelles critica: l'aumento dei costi oltre il 50% rispetto alla gara iniziale, l'assegnazione a Brebemi di opere ulteriori per un importo di oltre il 70% della gara iniziale, l'assegnazione senza gara di altre opere non previste inizialmente (il tratto centrale della tangenziale est esterna), l'aumento ingiustificato dei pedaggi previsti (oltre il 60% in più), i costi di gestione aumentati più del 200%, i costi del personale aumentati più del 100%, e, infine, la remunerazione degli azionisti della Brebemi, prevista al 3.59% nelle condizioni di gara, è stata aumentata al 4.17% in sede di convenzione.
Per queste ragioni “La Commissione osserva che le numerose modifiche delle condizioni previste nella convenzione iniziale, che riguardano tanto l’oggetto della concessione (…) quanto la remunerazione del concessionario (…) ed il meccanismo finanziario inizialmente previsti (…), appaiono modificare in maniera sostanziale le condizioni sulla base delle quali la società Brebemi aveva vinto la gara bandita per l’attribuzione della concessione.”
Spiace dare una cattiva notizia a Formigoni e a Cattaneo ma il 25 luglio scorso, all’indomani della firma della nuova convenzione, l’avevamo detto: la convenzione era da rifare, la Regione rispetti almeno la legalità. Addirittura nel luglio 2005 chiedevamo di indire una nuova gara europea perché il progetto era cambiato e i costi raddoppiati.
Nessuno ci ha ascoltato, non Formigoni e Lunardi nel 2005 e non Cattaneo e Di Pietro nei mesi scorsi.
Le fantasie formigoniane hanno le gambe corte: è stato fin troppo facile affermare che “BreBeMi la pagano i privati” quando, per trovare i privati che “la pagano” bisognava garantire un rendimento del capitale investito del 4.17%. Quale altro investimento, oggi, viene garantito per 20 anni a un tasso simile?
Entro i prossimi due mesi qualcuno dovrà spiegare queste anomalie alla Commissione europea, ma non sarà per nulla facile trovare argomenti convincenti; quindi è probabile che la procedura di infrazione finisca con una pesante sanzione per l’Italia.
Ora qualcuno dirà che sono i soliti burocrati di Bruxelles che frenano le decisioni, ma forse sarebbe bene evitare figuracce simili e, come minimo, annullare tutto e rifare la gara.
Se poi qualcuno volesse ascoltare per una volta quelli che affermano che Brebemi aumenterà il traffico milanese anziché decongestionarlo, rovinerà il territorio, e sarà troppo costosa, sarebbe meglio.
Carlo Monguzzi e Marcello Saponaro, Consiglieri regionali dei Verdi
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