giovedì 21 febbraio 2008

Ambiente al centro

"L'ambiente ha un posto centrale nel programma della Sinistra Arcobaleno: la questione ecologica è strettamente connessa alle politiche economiche e sociali". Nel giorno in cui a Roma le forze che compongono la neoformazione politica si sono trovate per iniziare a mettere a punto il programma, interviene il capogruppo alla Camera dei Verdi Angelo Bonelli che, in vista delle elezioni politiche, marca le distanze tanto dal centrodestra che sull'ambiente "è inclassificabile", quanto dal Pd.
"Nei due anni del governo Prodi – ha detto in un’intervista al Velino - è mancata un'azione forte e la volontà dovuta all'area del Pd di rivedere la legge Obiettivo approvata da Berlusconi, come peraltro era previsto dal programma comune. Il che - precisa Bonelli - non vuol dire non fare le infrastrutture, ma farle attraverso la concertazione con il territorio".
Sicuramente su opere come la Tav o il Ponte sullo Stretto di Messina la riflessione che va fatta è un'altra. "Ci sono infrastrutture la cui utilità è sotto gli occhi di tutti, come nel caso della Salerno-Reggio Calabria, che non si fa non certo per il veto dei Verdi ma per questioni diverse legate anche legate a un intreccio di malaffare e malavita. Il Ponte di Messina è un'opera da sette miliardi di euro che non sembra giusta alla luce del ritardo cronico che registrano infrastrutture specialmente della Sicilia e della Calabria e delle condizioni in cui versano alcune tratte delle Ferrovie dello Stato".
L'esperienza comune del centrosinistra tenuta insieme da Prodi non è certo da liquidare specie nel caso delle energie alternative. "Gli impianti fotovoltaici sono quadruplicati. Solo per fare un esempio e c'è stato un impulso generalizzato sul fronte delle fonti rinnovabili, anche grazie all'impegno del ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio per la cancellazione del regime agevolato del Cip6", dice ancora Bonelli.
Che su Pecoraro dice: "È stato un ottimo ministro perché ha centrato la questione: l'ambiente è un tema di natura economica e non si può pensare di affrontarlo se non mutando le politiche finora praticate in Italia". Certo questo ha suscitato polemiche e anche stroncature al ministro dell'Ambiente "ma solo perché ha affrontato come nel caso dei Cip6 un nervo scoperto".

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