martedì 2 dicembre 2008

L'ambientalismo della speranza

Cosi Ronchey oggi sul Corsera

Mentre a Poznan è in corso la Conferenza dell'Onu sulle alterazioni del clima, da Washington si conferma che Barack Obama, oltre a soccorrere i dissestati complessi bancari e industriali, tende a promuovere la «tecnologia verde» con ingenti capitali pubblici. Vorrebbe ridurre così l'inquinamento e la disoccupazione che la crisi ha inflitto a vasti settori dell'industria. Si tratta di sostituire in considerevole misura l'iperconsumo dei combustibili fossili con le fonti d'energia idroelettrica, geotermica, solare fotovoltaica, eolica. L'impegno federale, al di là delle opere infrastrutturali, riguarda per i prossimi anni 150 miliardi di dollari tra incentivi e investimenti diretti.
Ma l'impresa è davvero possibile malgrado le condizioni del bilancio federale? Sulla complessa materia, critici e scettici contestano i calcoli dei consulenti di Obama. Eppure, negli Usa la recente conferenza dei sindaci ha espresso parere favorevole. L'Onu, già più volte, aveva sollecitato un Global Green New Deal rivolgendosi anzitutto agli Stati Uniti, che generano le maggiori emissioni d'inquinamento e le controverse alterazioni climatiche da «effetto serra».
Nello stesso tempo, fra gli europei, è in discussione quel piano «energia-clima » che dovrebbe ridurre del 20% l'emissione complessiva di CO2 e nella stessa misura sviluppare le fonti d'energia rinnovabile. Insorgono anche qui obiezioni e controversie in particolare sui costi: «Non è un obiettivo da tempi di crisi». Ma José Manuel Barroso, che presiede la Commissione Ue, insiste: «Io dico il contrario». Concordano sulle sue tesi esponenti dell'ambientalismo industriale che operano fra Shell, Fortis, Vodafone, riuniti sotto il nome di «EU corporate leaders on climate change». Dalla Germania, si apprende poi che le fonti del solare fotovoltaico assolvono già funzioni preminenti nella Sassonia- Anhalt. E la Spagna vanta i maggiori parchi eolici nel mondo.
Anche il Vaticano confida nelle promesse dell'ambientalismo. Privo di spazi sufficienti per i parchi eolici, presto avrà un impianto elettrosolare, 2.400 moduli fotovoltaici per una superficie di 5 mila metri quadrati. È una donazione a papa Ratzinger, molto ben accolta, di un'impresa tedesca. L'episodio sembra offrire un conforto a chi spera nel nuovo corso dell'economia. Fiducia o fede?
Fra gli ambientalisti sicuri del successo più o meno prossimo, il nuovo corso viene definito come «terza rivoluzione industriale ». È prevista una progressiva espansione delle tecnologie ambientali, alla quale dovrebbero seguire notevoli economie di scala. Se il successo non verrà presto, bensì a tempo differito, risulterà se non altro essenziale per le future generazioni dopo l'iperconsumismo energetico distruttivo e le ansie del nostro tempo. Per lo meno, finalmente non si potrà più ripetere: «I padri mangiarono uve acerbe e si allegarono i denti dei figli » secondo il monito biblico.

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