venerdì 6 giugno 2008

Blitz di legambiente alla sede della Regione Lombardia per protestare contro il nucleare

“Efficienza più solare: che c'azzecca il nucleare?”. Erano queste le parole che spiccavano sullo striscione che Legambiente ha dispiegato ai piedi del Pirellone – sede della Regione Lombardia -, per chiedere obiettivi vincolanti e coerenti con le direttive europee in materia di rinnovabili e di efficienza energetica e per ribadire un secco No al nucleare.Secondo Legambiente “un ritorno al vecchio nucleare è inaccettabile. Le risposte per un miglioramento della sostenibilità energetica della Lombardia sono molto più interessanti e più a portata di mano e si chiamano: sviluppo delle rinnovabili e riduzione degli sprechi elettrici legati alla mancata innovazione nei settori terziario, industriale e civile”.In fatto di produzione elettrica – spiega la nota stampa dell’associazione - la Lombardia può beneficiare di un discreto apporto da fonti rinnovabili: il 18% sul fabbisogno elettrico regionale, e di un parco centrali termoelettriche, rinnovato di recente, in grado di far fronte all'enorme richiesta lombarda: disponiamo di una capacità di generazione complessiva (fossili + rinnovabili) per 20 GW a fronte di un fabbisogno di 23 GW. Fabbisogno che verrà interamente coperto, secondo le previsioni del Piano Energetico Regionale, tra il 2010 e il 2015, mano a mano che saranno completati gli ultimi interventi di ammodernamento e repowering delle centrali termoelettriche. Occorre tenere presente questo dato in un momento in cui si fa un gran parlare del ritorno al nucleare: realizzare una centrale nucleare di taglia media (1 GW di potenza), che sarà disponibile non prima del 2025, per aumentare del 5% la produzione elettrica regionale, comporta, per la sola costruzione, una spesa di 4 miliardi di euro. A questa cifra bisogna aggiungere poi i costi di funzionamento e approvvigionamento di combustibile, di smantellamento e messa in sicurezza a fine ciclo, di smaltimento delle scorie. Si parla di cifre da capogiro. Legambiente ha iniziato a fare i conti in tasca alle diverse categorie di consumi elettrici regionali. Il 56% dell'elettricità viene consumata dall'industria: esistono ampi margini per la riduzione dei consumi elettrici, che altri Paesi europei hanno già attuato grazie a ristrutturazioni e ammodernamenti su cui noi siamo in grave ritardo. Ma sono soprattutto i settori civile e terziario, responsabili del 43% dei consumi, che hanno visto crescere a dismisura gli sprechi, anche a causa del boom della climatizzazione estiva. L'installazione dei climatizzatori, dopo la torrida estate 2003, ha fatto fare un salto del 5% al totale dei consumi elettrici regionali: in pratica una centrale nucleare servirebbe solo ad accendere i condizionatori installati nel 2003. Più efficienza e più rinnovabili saranno anche gli slogan con cui Legambiente parteciperà alla Marcia per il Clima, la manifestazione nazionale che si snoderà nel centro di Milano il prossimo 7 giugno, promossa da oltre 100 tra associazioni e sindacati riuniti nel cartello promotore. “Alla luce dei costi crescenti del petrolio - afferma Damiano Di Simine, presidente Legambiente Lombardia -, l'efficienza energetica è diventata un fattore di rilancio e competitività dello stanco sistema economico regionale: evitiamo di perdere altro tempo in sterili discussioni e cominciamo subito a migliorare il modo di costruire case e uffici per renderli meno dipendenti dalla climatizzazione e a ridurre i consumi esagerati nel terziario e commerciale. Se vogliamo davvero competere con chi in Europa sta facendo di più e meglio di noi, rimbocchiamoci le maniche e facciamo della Lombardia un regione low-carbon

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