venerdì 6 giugno 2008

Le ragioni del No

L’energia nucleare non è abbondante, non è pulita e non è a basso costo. Dopo l’incidente alla centrale slovena di Krsko ma soprattutto dopo l'annuncio del governo Berlusconi di voler rilanciare il nucleare, decine di esponenti dei Verdi (tra cui Francescato, Bonelli, Lion, Pecoraro Scanio, De Petris, Frassoni, Hutter, Gisotti, Mattioli) e della Sinistra, tra cui il governatore della Puglia Nichi Vendola, rilanciano il no all’atomo, annunciando la partecipazione alla manifestazione nazionale sul clima e contro il nucleare in programma a Milano il prossimo 7 giugno.
L’energia nucleare non è abbondante, spiegano in una nota appello. “Fornisce oggi un contributo al fabbisogno mondiale di energia pari ad un modesto 6,4% e, secondo le stime dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica delle Nazioni Unite, persino a questo ritmo, c’è uranio solo per 30 anni”.
L’energia atomica non è poi sicura: “Dosi comunque piccole di radiazioni – dicono ancora -, aggiungendosi al fondo naturale di radioattività, possono causare eventi sanitari gravi sui lavoratori e sulle popolazioni, nel funzionamento “normale” degli impianti e, ovviamente, nel caso di incidenti (come conferma il caso di Krsko in Slovenia); resta irrisolto il problema dei rifiuti radioattivi, materia tuttora di ricerca, dopo il fallimento della prospettiva di utilizzare strutture saline. E quanto ai cambiamenti climatici, anche un raddoppio – invero improbabile - dei reattori oggi esistenti nel mondo darebbe un contributo insignificante alla riduzione della concentrazione di anidride carbonica”.
I promotori dell’appello rilanciano ancora dicendo che l’energia nucleare non è a basso costo: “La complessità del ciclo del combustibile, i dispositivi sempre più impegnativi per mitigare l’impatto sanitario degli impianti sono alla base della lievitazione del costo dell’energia prodotta e della situazione di crisi nei paesi più avanzati, che pure avevano perseguito con decisione nel passato questa produzione di energia”.
E’ difficile credere, scrivono ancora nel documento, “che gli elementi sin qui ricordati, noti a quanti – ricercatori, docenti, studenti – si occupino di energia nucleare, non siano stati portati a conoscenza del Governo e dunque è inevitabile cercare di individuare i motivi reali che hanno portato a questa decisione”. Investendo sul nucleare “si sottrarranno risorse finanziarie rilevanti in termini di ricerca e soprattutto di realizzazioni in materia di tecnologie per l’uso efficiente dell’energia e per l’impiego delle fonti rinnovabili: si toglieranno cioè risorse vitali per una strategia alla quale siamo impegnati nel quadro degli obiettivi che l’Unione Europea si è data per il 2020: riduzione dei consumi del 20% e contributo del 20% delle fonti rinnovabili”.
“Bisogna opporsi subito – concludono - a questa prospettiva e per questo saremo il 7 giugno alla manifestazione nazionale di Milano. E bisognerà incalzare su questo terreno anche il governo ombra: su questa deriva pericolosa non può esserci spazio a dialogo e compromessi, serve un movimento diffuso e un conflitto esplicito”.

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