Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, ha annunciato il mini-rimpasto estivo, trasferendo le deleghe dell'assessore bergamasco Marco Pagnoncelli, vale a dire quelle sull'Ambiente, a Massimo Ponzoni, quelle di Ponzoni, Protezione civile a Stefano Maullu, tranne la Sicurezza che andrà a Piergianni Prosperini. Nel giro di valzer a due bergamaschi, Pagnoncelli e Marcello Raimondi, sono state affidate le cariche di sottosegretario, il primo ai rapporti con enti locali e le rappresentanze socio-economiche, il secondo all'attuazione del programma.Rimane un'incognita e cioè il fatto che nel nuovo statuto regionale, che entrerà in vigore a settembre, sono previsti solo quattro sottosegretari mentre adesso sono di più.Sulla questione, che segue passo passo da parecchio tempo, interviene il consigliere dei Verdi in Regione, Marcello Saponaro “E’ paradossale – commenta duro – che un assessore accetti di essere degradato, ma ancora più paradossale è che il presidente Formigoni si inventi di giorno in giorno finte stellette e veri stipendi per sistemare i trombati di turno”. Ci sono due sottosegretari di troppo e uno di questi è senz’altro Pagnoncelli, spiega ancora Saponaro: “Lo Statuto della Regione Lombardia parla chiaro e all’art. 25 comma 5 recita: il presidente può nominare fino a quattro sottosegretari che partecipano alle sedute della Giunta, pur non facendone parte. A noi risulta che oggi, a fronte dell’ennesima infornata di sottosegretari, i bergamaschi Raimondi e Pagnoncelli, solo uno (Adriano De Maio) si sia dimesso. Restano, quindi, sei sottosegretari: Robi Ronza, Angelo Giammario, Antonella Maiolo, Claudio Morpurgo ed ora anche Marco Pagnoncelli e Marcello Raimondi. Dal primo settembre, con l’entrata in vigore del nuovo Statuto, due sottosegretari saranno dunque di troppo. “Uno di questi è appunto Marco Pagnoncelli – attacca Saponaro - in attesa di uno stipendio garantito laddove non possa esagerare nel creare danni”.“Ora è chiaro a tutti – conclude Saponaro - che all’origine della nuova girandola di Giunta c’è il Piano cave di Bergamo, non la fantomatica candidatura per la presidenza della Provincia. Le scelte fatte oggi per l’assessorato all’Ambiente dicono questo: chiunque purché non si sia occupato del Piano cave di Bergamo”.
da http://www.bergamonews.it/
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