martedì 21 aprile 2009

Treviglio: allarmanti dati sul cromo esavalente. La Regione sblocchi la bonifica e si attivi presso il Governo

Marcello Saponaro, consigliere regionale dei Verdi - Patrizio Dolcini, direttivo regionale Legambiente
E' stato reso noto un nuovo studio tossicologico del National Toxicology Program del governo degli Stati Uniti sul cromo esavalente assunto per ingestione di acqua contaminata che evidenzia attività carcinogenica per la cavità orale e per l'intestino anche in seguito all'assunzione di acqua contenente concentrazioni elevate di cromo esavalente. Più elevate sono le concentrazioni, più elevate sono le possibilità di contrarre un tumore.“Non ci sono più spazi per tergiversare – dice Patrizio Dolcini del direttivo regionale di Legambiente - occorre riaprire e portare a termine la bonifica della falda di Treviglio, senza ulteriori polemiche a sfondo elettorale e senza suscitare allarmismi. Abbiamo intanto chiesto una riunione urgente della Consulta per l'Ambiente di Treviglio; i comuni interessati si sono fino ad ora dimostrati sempre disponibili e attenti alla salute dei cittadini. E’ importante che continuino a sollecitare alla Regione Lombardia, anche sulla base di questi nuovi dati, lo sblocco della bonifica”.Il consigliere regionale dei Verdi Marcello Saponaro ha depositato un’interpellanza in cui chiede che la Regione finanzi la bonifica ulteriore delle falde di Treviglio e che si attivi nei confronti del Governo affinchè questo rivolga all’EFSA (Agenzia europea per la sicurezza alimentare) una richiesta di adeguata e aggiornata valutazione del rischio e di nuovi limiti massimi accettabili di cromo esavalente nelle acque potabili e nelle falde: “Il potenziale di rischio da assunzione di acqua con cromo esavalente – dice Saponaro - non può lasciar dormire sonni tranquilli a nessuno, tantomeno agli amministratori di Regione Lombardia ai quali più volte è stata segnalata la situazione delle falde di Treviglio. Non si capisce perché la Regione abbia sospeso la bonifica accontantandosi dei livelli raggiunti di potabilità (25 microgrammi litro), nonostante la normativa italiana (legge nazionale in materia di bonifiche DM 471/1999 e D.Lgs 152/2006) stabilisca che la bonifica deve riportare i valori di cromo VI entro i 5 microgrammi. La Lombardia invece che invitare il Governo a sanare queste incongruenze, continua a farsi forza di una normativa lacunosa in materia anche in presenza di una minaccia per la salute dei cittadini”.


Nessun commento: